Al Coordinamento nazionale provvisorio dei Comitati promotori territoriali di Liberi e Uguali
Innanzi tutto voglio ringraziarvi! La vostra iniziativa mi conferma, una volta di più, che esiste una sinistra alla ricerca di un soggetto politico che le consenta di tornare ad esprimersi.
Questo vostro appuntamento si svolge in un momento di svolta per Liberi e Uguali. Dopo il “mio” Manifesto, che ha inteso concludere quella prima fase mai avviata, ci sono state alcune novità: da una parte il documento e poi la nota diffusa dal coordinatore di Mdp, dall’altra quello votato a maggioranza dall’assemblea nazionale di SI.
Nessuno rinnega formalmente la scelta fatta un anno fa con la lista di Liberi e Uguali, ma appare chiaro che ciascuno ha una sua propria prospettiva politica per la nascita del partito.
Proprio perché ho a cuore il proseguimento del percorso – penso di non aver mai dato adito a dubbi in merito – approfitto di questa occasione per qualche ulteriore riflessione.
Il percorso costituente ideato in due fasi (con la prima caratterizzata da adesioni, CPN e votazioni) serviva a stabilire una cornice di idee e valori che, una volta discussi, emendati e condivisi, avrebbe dato a ciascun partecipante la possibilità di esprimere il proprio assenso o di abbandonare il percorso. E penso che non aver sfruttato a fondo l’opportunità della prima fase sia stato un errore fatale.
Una delle questioni dirimenti riguarda la collocazione europea e la conseguente scelta per le prossime elezioni. A questo proposito rilevo che le posizioni in campo sono varie e confliggenti soprattutto su due scelte: adesione al Pse o alla Gue; lista singola o perno della costruzione di un lista di sinistra composita.
Se, in assenza della prima fase, si confrontassero in un congresso tali opzioni, chiaramente alternative e inconciliabili, registreremmo, un minuto dopo l’esito finale, l’ennesima scissione. Temo che sia inutile e strumentale ipotizzare una conta che, alle condizioni date, non sarebbe un congresso, ma una sorta di asta per il simbolo.
Sarebbe, onestamente, un finale poco dignitoso e ancor meno utile.
Quando entreremo nel merito delle questioni che interessano lavoratori, giovani e cittadini? Lo voglio dire con le parole del più giovane senatore, Laforgia: “Questo paese è orfano di una sinistra degna di questo nome. Dobbiamo essere alternativi non ad altri partiti ma al nostro passato, ai nostri errori, al mondo così com’è”.
A me pare che lo scenario politico della sinistra europea e mondiale sia in completo smottamento, ci sono reti che nascono e riflessioni che investono i partiti e le famiglie storiche. Le proposte politiche che si confronteranno alle prossime elezioni europee non possono ignorare tutto questo. Perché proprio noi dovremmo già ora decidere di andare da soli o precostituire alleanze prima ancora di esistere?
Il punto fondamentale è arrivare a quel momento forti di un’identità, un gruppo dirigente, un’organizzazione. In una sola parola: un partito.
A me interessa dare finalmente rappresentanza a quel mondo che esiste e che marcia per la pace, per l’accoglienza, per l’integrazione, per la solidarietà; a quel mondo che manifesta per il diritto universale allo studio; a quel mondo assolutamente plurale che sostiene Mediterranea; a quel mondo che si impegna al fianco dei sindacati per i diritti dei lavoratori che ci sono e per quelli che ci saranno; a quel mondo che vive la questione ambientale come una necessità e un’opportunità di crescita e sviluppo.
A me interessa, e molto, conoscere la volontà dei comitati territoriali di LeU, nati spontaneamente nonostante le tante inadeguatezze dei dirigenti nazionali, a cominciare dalle mie.
Possiamo rilanciare in tempi rapidi il percorso costituente a partire dal Manifesto “Un partito. Di sinistra” (sintesi dei contributi del CPN), dalle adesioni on line implementando il sito liberieuguali.it, e da un incontro nazionale con i Comitati territoriali da cui uscire con la legittimazione di un organo costituente. E a questo organo nazionale ciascuno di noi responsabili nazionali dia finalmente, con atto pubblico, la sovranità su nome e simbolo, impegnandosi nel contempo a prevedere lo scioglimento dei partiti di provenienza.
Del resto, voi siete Liberi e Uguali!
Buon lavoro a tutte e tutti, a presto!
Piero Grasso