L’università è un diritto di tutti e la condizione per uno sviluppo fondato su qualità e innovazione. Eppure in questi anni è stata massacrata dal taglio dei fondi, da una valutazione punitiva, dal blocco delle assunzioni e dalla precarizzazione di docenti e ricercatori. Sono diminuiti i corsi di laurea, i docenti e addirittura gli iscritti. Noi vogliamo voltare pagina. Investire sull’università e sulla ricerca significa credere nel futuro dell’Italia e costruire un paese più giusto.

  1. Istruzione gratuita dall’asilo nido all’università perché studiare è un diritto di tutti e la chiave per un futuro migliore. Vanno abolite le tasse universitarie per gli studenti in regola con il corso di studi, moltiplicate le borse di studio per chi ha redditi familiari medio-bassi, aumentate le residenze universitarie.
  2. Basta precarietà! Stabilizzare i precari dell’università e della ricerca e riformare l’accesso alla docenza e alla ricerca.
  3. Abolire l’ANVUR e ripensare dalle fondamenta funzione, criteri e metodi della valutazione.
  4. Riconoscere la dignità di chi lavora nell’università e negli enti di ricerca, a partire dall’adeguamento delle retribuzioni.
  5. Finanziare la ricerca, a partire da quella di base e dai settori meno in grado di contare su finanziamenti privati.
  6. Più democrazia e trasparenza nel governo degli atenei. L’università è una comunità che si deve autogovernare con il protagonismo e la rappresentanza di tutte le componenti.

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