«Il gasdotto Tap è incompatibile con il modello di sviluppo turistico della Puglia, oltre ad aver contribuito a lacerare un sano confronto pubblico con la popolazione che invece non deve mai mancare». Così la coordinatrice della campagna elettorale di Liberi e Uguali (LeU) Rossella Muroni, in Puglia a Brindisi per alcune iniziative legate alla campagna elettorale, nel corso delle quali ha parlato anche della “riconversione” della centrale di Brindisi.
«Puglia e Salento hanno investito molto nell’accoglienza turistica – osserva Muroni – si tratta di un modello incompatibile con il gasdotto Tap in costruzione: uno scenario surreale per la spiaggia di San Foca, a Melendugno. C’è in corso una pericolosa sospensione della democrazia e della partecipazione popolare. Un conflitto tra il governo che impone al territorio un’opera alla quale i sindaci e i cittadini hanno detto ‘no’. Dobbiamo dire al Paese che tipo di sviluppo vogliamo e se intendiamo uscire veramente dall’era dei fossili. Questo gasdotto rischia invece di inchiodarci per i prossimi 50 anni al consumo di gas. Mentre dovremmo sviluppare la produzione energetica da fonti rinnovabili sul territorio».
«Dobbiamo poi capire come riconvertire alcune presenze ingombranti come la centrale di Brindisi. E’ una partita strategica per lo sviluppo energetico oltre ad essere al centro degli accordi internazionali sulla riduzione delle emissioni – dice Muroni – la riconversione energetica va fatta sul territorio, insieme con cittadini. E’ fondamentale che le comunità non perdano il diritto di parola, per scrivere un futuro diverso di salvaguardia del lavoro e di minimizzazione degli impatti ambientali. Il futuro va scritto tutti insieme per non dover mai più trovarsi a scegliere tra salute e lavoro».
«La Strategia energetica nazionale prevede l’uscita completa dal carbone al 2025 – conclude Muroni – bisogna allora capire come si ci gioca questa partita così importante. Anche perché, al netto delle centrali, è necessario puntare sui piccoli impianti di rinnovabili. La qualità ambientale è, e dovrà essere, anche l’asse portante del nuovo lavoro che dobbiamo creare».